sabato 25 agosto 2012

Lo spinning in mare - Parte sesta


TECNICHE DI PESCA CON GLI ARTIFICIALI
NEL MEDITERRANEO

LO SPINNING IN MARE
Parte sesta


La scaduta. Proseguendo nei brevi excursus sulle tecniche di pesca supponiamo, invece, di essere fortunati e di effettuare un’uscita di pesca in concomitanza con la famigerata scaduta. Supponiamo, inoltre, che tale scaduta sia di buone dimensioni per volume d’acqua e che, pertanto, pescheremo sempre in wading, ma da costa rocciosa. Per intenderci, utilizzando lo schema di costa visto nella parte precedente, nella posizione n° 1. Perché in wading? Perché questo abbigliamento ci permette, con le debite limitazioni, di poterci avvicinare all’onda senza correre troppo il rischio di bagnarci, oppure raggiungere uno scoglio attraversando un piccolo tratto di mare. 

La portata d’acqua di una scaduta può essere di dimensioni diverse, a volte persino eccezionali e dipende non solo dal vento e dalla distanza percorsa dalle onde, ma anche dalla risalita batimetria tra mare profondo e costa. Se da un lato quella imponente ci mette soggezione per la dimensione del “letto di schiuma”, dobbiamo stare molto attenti alla scaduta più modesta, che spesso nasconde l’onda anomala. L’onda anomala è un fenomeno marino di cui non si conosce ancora né la causa, né l'origine; solitamente un'onda è considerata anomala se supera 2,2 volte l'altezza media del gruppo di onde a cui appartiene. Di certo e per esperienza personale vi consiglio di fare molta attenzione: prima di raggiungere una posizione di pesca osservate per una decina di minuti il punto che volete raggiungere e fate caso a come lo stesso si abbassa sul mare: se avete un gradino netto, quasi a 90 gradi sulla superficie del mare il rischio maggiore è quello di una doccia dall’alto.


Se invece l’angolo di attacco è inferiore a 90° potreste trovare un’onda che vi viene addosso come un tir, rischiando di farvi cadere sugli scogli retrostanti o persino in acqua. In questo caso l’utilizzo di una cintura salvagente a CO2 vale maggiormente dell’avere qualche artificiale in più.
Tornando alla scaduta il primo aspetto che ci interessa ai fini della pesca è sapere quanto materiale di sedimento, in particolare l’alga, è ancora in movimento, perché agganciandosi all’artificiale ne impedirebbe il nuoto corretto. Ovviamente il momento buono della scaduta comincia quando le alghe in sospensione si muovono solo a poca distanza dal fondo e l’area compresa tra quel movimento e lo spessore della schiuma delle onde diventa il nostro territorio di caccia. Scoprirlo diventa abbastanza facile se sappiamo a che profondità nuotano i nostri artificiali; inoltre, la scelta delle ancorette a discapito del solo amo singolo in coda all’artificiale risulta essere una scelta veramente povera. 

La presenza delle ancorette, infatti, comporta:

- un aumento della possibilità di aggancio dei residui di alga in sospensione, vanificando tutto il recupero di quel lancio;

- la possibilità di un aggancio su una sola punta di una grossa preda, con conseguente distorsione e rischio di perdita della preda;

- l’aggancio casuale ed esterno di una preda con l’impossibilità di capire tempi e ragione della predazione.

Questi ed altri argomenti correlati li affronteremo in una prossima parte, dedicata appunto alla differenza tra ancorette e amo singolo. 

Ricordiamoci, invece, che durante una scaduta sostenuta il recupero è fortemente dinamico! E’ una pesca “giocata” in velocità, con decise jerkate (a seconda del tipo di predatore che vogliamo insidiare) dove all’importanza del movimento (che abbiamo visto nella Parte quinta) sostituiamo il “flashing” di un contrasto tra schiuma, torbidità e frenesia alimentare


Già, perché di frenesia alimentare stiamo parlando. Perché mai un predatore dovrebbe trovarsi a faticare in un moto ondoso sostenuto dalla risalita batimetria se non perché lì in mezzo si trovano anche i pesci foraggio, che nuotano con maggiore difficoltà di lui? Se il predatore non avesse la necessità di predare non starebbe così vicino alla costa, ma sarebbe diverse centinaia di metri più al largo, a farsi cullare dal movimento ondoso dove la batimetria è più alta. Invece è lì in mezzo, a poche decine di metri dalla riva per cercare tutti quei pesci foraggio che spendono le loro forze solo per evitare di essere sbattuti sugli scogli da un’onda.

Bene, supponiamo di aver raggiunto la nostra posizione dopo averne verificato la sicurezza e abbiamo deciso quale artificiale usare in relazione alla profondità del suo nuoto. Adesso non ci resta che sceglierne il colore!
Facciamo un passo indietro. In precedenza abbiamo esaminato la vista dei pesci e abbiamo visto come la percezione del movimento e del contrasto è buona con la luce alta e ottima quando questa si abbassa. Per capire al meglio questa situazione di pesca dobbiamo immaginare di essere la sotto, un paio di metri più in basso del moto ondoso e vedere da laggiù la schiuma:


Se in controluce abbiamo il sole, il grosso della schiuma ci apparirà chiaro; se il sole è coperto da nuvole, il grosso della schiuma ci apparirà scuro.
Adesso osserviamo la livrea dei pesci. Guardate questa immagine di due aguglie fotografate da una prospettiva che rappresenta perfettamente quella di un predatore che sta per attaccare la sua preda. 


Se provate a sfocare di un poco l’immagine, viene difficile distinguere le due aguglie dalla superficie del mare (in questo caso appena increspato). Madre natura ha dotato i pesci, quantomeno la maggior parte di loro (dove molti predatori diventano, a loro volta, prede di pesci più grossi), di una livrea degradante dallo scuro fino al quasi bianco. 
Perché? 
Per mimetismo, quindi per protezione. Se quelle aguglie fossero riprese dal basso con lo sfondo della schiuma, a sua volta illuminata dal sole in controluce, probabilmente scomparirebbero alla vista. Allo stesso modo il dorso scuro mimetizza il predatore che dal basso si muove verso l’alto, poiché il fondo del mare appare scuro al pesce che si trova in posizione più alta.
In questa situazione potete anche chiedervi a che cosa vi servirebbe la livrea iperrealistica in 3D, con effetto “realsigth” e “bluemotion” del vostro artificiale da 38 euro, che magari ha delle ancorette che si piegato sotto uno sforzo di appena due chili? 
Assolutamente a niente.
 
Tornando a quanto detto in precedenza sugli artificiali, possiamo solo aggiungere che la loro colorazione è in funzione del tipo di pesca che vogliamo fare: 

- dove il punto di vista del predatore è di poco inferiore a quello della preda ed il movimento lento (in tutto o in parte) è componente essenziale dell’azione di pesca, il realismo della livrea ha la sua importanza;

- dove le condizioni del moto ondoso impongono un recupero dinamico e veloce dell’artificiale e la preda, nella visione del predatore, risulta su una dominante chiara o scura, la livrea degradante non ci serve a niente e sarebbe da preferire una livrea monocromatica.

A questo punto credo che non ci sia bisogno di precisare quali colori scegliere in questa particolare situazione, ma dovreste essere in grado di saperlo soli. Allo stesso modo avrete già effettuato la scelta della profondità di nuoto in ragione della valutazione dello spessore della schiuma. Tutto questo, però, rimane teoria fine a  se stessa se non provate ad applicarla in situazioni reali ed allenate la capacità di saper distinguere immediatamente le variabili del vostro hot spot.

Aggiungo solo, anche a costo di essere ripetitivo, che per avere successo nell’azione di pesca e poter scegliere l’artificiale più appropriato dobbiamo ragionare con il punto di vista del predatore. Per esempio, nella pesca notturna, l’errore più banale che possiamo commettere è quello di pensare che un artificiale chiaro sia più visibile di uno scuro. E’ esattamente il contrario, se vediamo la cosa dal punto di vista del predatore e non del pescatore. 

Il senso dell’acqua si sviluppa ragionando da predatore!

6 commenti:

  1. Perdona que no escriba en italiano. Pero quería felicitarte, y agradecerte esta serie de artículos. Muy valiosa información y muy interesantes reflexiones.
    Este sitio es para mí un gran descubrimiento y te seguiré con verdadero interés.
    Grazie mille, Alessandro.

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    1. Muchas gracias. Es un verdadero placer saber que este blog es seguido también fuera de Italia!

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  2. Anche questo capitolo l'ho letto e riletto svariate volte alessandro!!! in particolare, mi son soffermato su questa frase """Allo stesso modo avrete già effettuato la scelta della profondità di nuoto in ragione della valutazione dello spessore della schiuma""". Cosa intendi? Al crescere del volume della schiuma aumenti "il volume" della paletta dell'artificiale? più c'è schiuma più scendi in profondità con l'esca? e sulle piane, tipico spot che sulla costa ionica salentina si trova di frequente con 50cm d'acqua a stendo, come ti regoli trovando qui solo schiuma?

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  3. Beh, si tratta di rendere visibile un artificiale ad un predatore che staziona verso il fondo o comunque in un punto più basso della schiuma stessa. Il riferimento era ad un fondale di 5-6 metri, dove magari hai un'onda che in sezione ti occupa 50-60 cm. di schiuma. Se vuoi rendere visibile il tuo artificiale devi scendere oltre quella profondità
    Nel caso che citi vedo molto difficile pescare in 50 cm. d'acqua e onda molto sostenuta! Queste condizioni, personalmente, le adoro quando il movimento d'onda è già lento ed il "letto di schiuma" è solo una patina superficiale dell'acqua!

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  4. Ciao Alessandro grazie per tutte le informazioni preziose che son opresentir ne ltuo blog ,e tutto utile e indispensabile sia pere un neofita che non ad ampliare la sua cultura dello spinning e del mare :-)
    Mi son oepro soffermato su una cosa " poter scegliere l’artificiale più appropriato dobbiamo ragionare con il punto di vista del predatore. Per esempio, nella pesca notturna, l’errore più banale che possiamo commettere è quello di pensare che un artificiale chiaro sia più visibile di uno scuro. E’ esattamente il contrario, se vediamo la cosa dal punto di vista del predatore e non del pescatore " Da coem si puo intuire in quello che hai scritto si puo intuire che nella predazione in casi in cui vi siano branchi in frenesia alimentare e da giocare con la velocità ,la livrea o colorazione dell'artificiale non e cosi importante , alal nostra vista , ma quello che conta e il recuepro e le vibrazioni ed ovvio anche il nuoto. Mi trovo d'accordo su tutto questo ma non al 100% , per esperienza mi e successa una cosa strana , ho beccato in piena notte un banco di serra in frenesia alimentare interno porto, che infatti l'unico modo per attirarli era giocare in velocità , possedevo in quella serata solo tre artificiali ,tutti e tre di marche diverse un tide 175 colorazione cefalo classica (per giunta ripalettato e quindi con nuovo differente dall'originale) un mommotti 190 sardina , che tutti e due ho alternato negli stessi istanti che facevo le catture , e catturavano entrambi ! Fatto sta che il terzo (shore line 17 f) che ho usato subito dopo il primo serra ,nulla non ha smosso un piccolo serra , dove invece il porto ne era pieno , dopo motli lanci per non perdere l'occasione di regalare un'altra cattura ho dovuto rimettere il mommotti e e il tide e cosi ne sono subito usci altri , attaccandoli con voracita e senza effettuare motl ilanci . Ora ho pensato come mai un artifiale come il saltiga non ha smosso un pesce ? per giunta si trattava di long jerk in tutte e tre i casi , e quindi imitavano la stessa mangianza del foraggio presente in quel momento . Il colore del saltiga era a dorso blu scuro , con livea laterale tra dorato e blu scuro . C'e una spiegazione a questo ?Il rè dei long jerk per adesso nelle mie mani e fallito , e non so se lo ricomprero visto anche il costo Grazie A te e alla tua disponibilità .
    Maurizio

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  5. Ciao Maurizio,
    come ho detto in uno dei primi post anche nella pesca gli assoluti non esistono e, non appena pensi di aver trovato una "regola" accade qualcosa che la smentisce :-) . In ogni caso, nel merito della pesca notturna, vanno prese in considerazioni alcune variabili come la luce lunare o la limpidità dell'acqua. Poi nella pesca con gli artificiali, può accadere di tutto ed il contrario di tutto.

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