Pesca a mosca! Si, avete capito bene: pesca a
mosca! E’ proprio qui che si nasconde la sottile albagia di chi ricerca la
perfezione di un’atto assoluto, fine a
se stesso, essenziale, caparbio e, consentitemi di dire, supremo!
Immagino che, per chi è appassionato di
spinning in mare, quanto detto fino ad ora sia più vicino all’eresia di quanto
non abbia fatto Novaziano con quella Catara, ma, per dirla con le parole di
Jane Austen, solo chi non cambia mai la
propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene
sin da principio.
E noi ne siamo così certi?
Agli albori di internet, quando la tecnologia
dei forum aveva il suo apice nei BB board e non si era ancora creato il
manifesto dell’attuale (in)personalità digitale, con il piccolo cenacolo di
eletti del primo “seaspin boulletin board”, una ventina di persone in tutto, si
cercò di immaginare una figura di pescatore sportivo quasi mitologica,
sintetizzando il tutto con un motto: “one man, one rod, one lure”. A quel
“thread” si aggiunse il contributo di un altro grande personaggio della pesca a
spinning, Moreno Bartoli, che giustamente ipotizzava l’apice della competenza
con l’idea che in un’uscita di pesca si dovesse decidere prima che cosa si
andava ad insidiare e che, pertanto, si poteva uscire giusto con una manciata
di artificiali, se non con solo un paio (di cui uno era di riserva).
Beh, se esiste un tradimento allo spirito
dello spinning in mare, è proprio questo!