Tutti desiderano
possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il
prezzo.
Decimo Giunio Giovenale
Lo specialista è
colui che sa sempre di più su sempre di meno, fino a sapere tutto di niente.
George Bernard Shaw
Imparare è
un'esperienza; tutto il resto è solo informazione.
Albert Einstein
Se oggi incontrassi un giovane che fosse desideroso di
avvicinarsi alla pesca con gli artificiali, gli farei scrivere 10, 100, 1000
volte queste tre citazioni, fino a farle diventare sue in qualsiasi atteggiamento della
vita. Lo so, lo so, assomiglio sempre più a Waldorf o a Statler, i due vecchietti
rompicoglioni del Muppet Show, ma non ci posso fare niente!
Non ho l’ambizione di essere un detentore della verità
assoluta, non ho desiderio di diventare un “guru dispensatore di saggezza”
della pesca con gli artificiali, non mi serve la notorietà di tanti anni di
articoli su riviste del settore e video di pesca su Sky per poi vendervi la
canna del terzo millennio o l’artificiale catturatutto!
Mi farebbe solo piacere sapere che l’unica eredità che
lascio è la voglia di conoscere! Ma questa ha un prezzo da pagare in termini di
tempo.
Tanti anni fa facevo il fotografo di moda nella Milano da
bere degli anni ’80. Passione, quella della fotografia, coltivata anch'essa fin da ragazzino: a 12
anni mi regalarono una Lubitel biottica (ovviamente senza esposimetro) e per
quasi cinque anni, fino alla Nikkormat FTN, la scelta dell’esposizione poteva
essere dettata solo dalla cosiddetta “Sunny f/16 Rule”, una regola empirica che
si basava sull’osservazione ed il ragionamento per determinare diaframma e
tempo di esposizione di una fotografia.
Ed è proprio sulla fotografia che vorrei fare un
parallelismo su quanto intendo in merito alla conoscenza alieutica.
Dopo un rigetto della fotografia durato più di quattro
lustri, ho ripreso in mano il tutto e, iniziando a guardarmi intorno, scopro un
mondo a dir poco devastante e culturalmente appiattito: automatismi vari e
correzioni in post-produzione digitale hanno ucciso un sapere analogico centenario
che, per fortuna, oggi qualcuno inizia a rivalutare al punto che si sta
delineando una netta linea di demarcazione tra la fotografia vera e propria,
cioè quella analogica, e l’illustrazione fotografica, cioè quella digitale.
Per chi ha anche la passione della fotografia voglio
precisare che non sono un antagonista assoluto del digitale! Io stesso uso
spesso un procedimento ibrido con ripresa analogica ed equilibratura in camera
chiara. Allo stesso modo capisco che in settori come il reportage e alcune
forme pubblicitarie diventa fondamentale la “velocita” della comunicazione e
l’abbattimento dei costi e, in questo caso, la scelta del digitale è una via
obbligatoria!
Ma le mie attenzioni ed il parallelismo tra pesca con gli
artificiali e fotografia riguardano quello che c’è dietro la macchina
fotografica, cioè quell’occhio che può essere pensante o meno.
Vediamolo nel concreto:
c’è un tizio A che decide di fotografare un paesaggio
marino autunnale. Monta la sua bella analogica medio formato su un cavalletto,
sceglie con cura un’inquadratura, toglie dalla borsa un esposimetro spot
manuale per effettuare diverse letture e decide per una coppia di esposizione
(tempo e diaframma) che possono rendere l’idea di ciò che vuole rappresentare.
Allo stesso modo, in base alla luce e all’idea che ha maturato, decide quale
pellicola usare. Potrà fare uno scatto, massimo due (a volte nel colore
analogico mezzo diaframma può fare una colossale differenza sul risultato
finale) e poi ripone tutto nella borsa per proseguire alla ricerca di altri
soggetti.
Assieme a lui c’è un tizio B, anch’esso affascinato dal
paesaggio marino autunnale. Toglie dalla borsa la sua digitale e, senza sapere
esattamente che cosa sta facendo, scatta a manetta con diverse inquadrature.
Non si preoccupa del micromosso perché tanto verrà corretto dallo
stabilizzatore dell’ottica. Non ha scelto l’esposizione perché tanto il
multipoint su 25 punti ha deciso l’esposizione media più adatta. E poi, e poi
non c’è problema: qualsiasi errore di esposizione verrà corretto direttamente
al computer sul file raw e, dulcis in
fundo, entrerà nel regno delle meraviglie di photoshop, dove potrà togliere
o aggiungere dettagli, colore, tonalità, luci, ombre, mezzi toni a suo
piacimento. Vuole emulare il colorismo di Ernst Haas o Jay Maisel? Non c’è
problema: c’è il tasto apposito. Vuole i B/N di Ansel Adams o di Edward Weston?
Non c’è problema: c’è il tasto apposito.
Ovviamente ho spinto l’esempio fino al paradosso (purtroppo
molto, molto vicino ad una realtà attuale), ma nella pesca con gli artificiali
abbiamo solo queste due chances: o sappiamo cosa stiamo facendo o non lo
sappiamo, con in più la sfiga di non avere photoshop per trasformare un
risultato mediocre in uno apparentemente decente. Ecco perché Giovenale parlava di un prezzo del sapere che pochi sono
disposti a pagare! Oggi, invece, cresciamo con l’idea che si può avere
tutto e subito!
Circa dieci anni fa scrissi un articolo per la pesca Mosca
& Spinning intitolato “The Perfect Angler, ovvero la filosofia della
sardina mediterranea”. Parafrasando Izaak Walton (The Complete Angler) da una
parte
e Robert Hughes (“La filosofia della Sardina” edito da Piemme)
dall’altra!
Sorvolo sull’idea di farne una sintesi e incollo
direttamente i passi salienti:
< ……. Se poi
aggiungiamo che lo spirito di corpo tra lure fisher non è mai esistito e che
nasce solo in questi ultimi anni grazie ai forum di discussione su internet, il
paragone tra un vecchio saggio (la pesca a mosca in mare) ed un ragazzino (lo
spinning in mare) pieno di entusiasmo, ma privo di grossa esperienza non è poi così sbagliato.
Di certo, però, è
inevitabile non tenere in considerazione l’improvvisa e rapida ascesa dello
spinning in mare in questi ultimi tre anni: USA, Giappone, Spagna e Italia
hanno fatto dei balzi in avanti spaventosi, la comunicazione tra i gruppi si è
velocizzata fino al cosiddetto tempo reale e i grossi risultati non hanno
tardato a farsi vedere.
Ultimamente tra i
due gruppi di pescatori, SW Pam e Sea Spinner, è iniziata una sorta di
comunicazione superiore, una rispettiva curiosità che è balzata in diversi casi
dallo scambio di informazioni di pesca, ai primi timidi tentativi di
affacciarsi rispettivamente verso l’altra tecnica. Alcuni di loro (tra cui il
sottoscritto) considerano l’interazione tra le due tecniche, cioè la
possibilità di usarle entrambe a seconda dell’occasione, un mezzo che permette,
spazzando via luoghi comuni e chiacchierate da Bar dello Sport, di migliorare
il proprio bagaglio di esperienza alieutica senza nulla togliere alle proprie
preferenze. E’ in questa ottica che vedo, nell’ambito mediterraneo, la
possibilità di diventare una sorta di Perfect Angler, cioè un pescatore in
grado di cogliere le vere emozioni della pesca con gli artificiali senza dover
rinunciare a niente per palesi limiti della propria tecnica. E’ ovvio che a
molti tale affermazione apparirà come un’eresia, ma se solo ci si scrolla di
dosso un pochino di quella polvere vecchia di un secolo (SWFF) e se si perde
quella arroganza giovanile dei risultati eccitanti (SW spinning) il punto di
contatto è alla portata di mano. …….>
< ……. Gli esempi
di questa interscambiabilità di tecniche (SWFF e Seaspinning) potrebbero essere
molti di più, ma per ragioni di spazio devo limitarmi a questi due. Certo le
obiezioni da parte di entrambe le sponde saranno infinite. Continuerò a
sentirmi dire dagli spinner puristi che con i soft plastic e le attrezzature
ultra leggere si può prendere di tutto, almeno fino al momento in cui una
grossa orata o una grossa spigola non spaccheranno l’esile attrezzatura usata.
Continuerò a sentirmi dire dai flyfisher ortodossi che su una mangianza hanno
agganciato persino un tonno (che poi ha portato via tutto), senza riuscire a
far capire loro che la pesca sulle mangianze, nel 99% dei casi, non fa testo in
quanto il pesce è in frenesia alimentare e che, in assenza
di una mangianza, si torna a casa con un nuovo “cappotto da collezione” o con
una preda presa a trainetta, in quanto supplettiva del limite di velocità del
recupero. Insomma continuerò a sentirne tante a difesa di questo o quel
campanile.
Ma chi tra i
presenti sarà in grado di scrollarsi di dosso o la polvere secolare o la giovanile arroganza e vorrà compiere il
passo più logico ed emozionante del lure fishing, avrà alla sua portata due
tecniche di pesca adattabili a tutte le situazioni del mediterraneo ed entrambe
foriere di emozioni uniche, dal momento che per natura stessa del lure fishing
non si va a cercare la quantità del pescato (altrimenti si utilizzerebbero ben
altre tecniche), ma la qualità della pesca intesa nel suo totale coinvolgimento
cerebrale, emotivo e senza limiti tecnici! In altre parole potrà affrontare sia
quelle pesche selettive, dove dimensione e movimento dell’artificiale fanno la
differenza tra una giornata memorabile ed una cocente delusione e dove prevarrà
o questa o quella tecnica a seconda delle prede che si vogliono insidiare, sia
tutte le altre perfettamente conciliabili ed in equilibrio tra un tipo di
attrezzatura ed un’altra dove, ovviamente, prevarrà la preferenza personale.
Vedo ben poco di
“vergognoso” in tutto questo, anzi personalmente ritengo che ciò rappresenti
una sorta di livello superiore del lure fisher, una forma di raggiungimento di
una maggiore maturità alieutica da cui potranno trarne vantaggio persino le
rispettive tecniche prese singolarmente, almeno in termini di stimolo e
creatività nella realizzazione di nuovi artificiali e tecnica di pesca vera e
propria. Ovvero quella che personalmente considero l’evoluzione alieutica più
alta verso il concetto di Perfect Angler, dove il raggiungimento della
“perfezione” non è inteso solo in termini di catture, ma e soprattutto in
termini di emozioni.
…….>
…………….. continua.
Caro Alessandro, pur ponendomi di fronte a te nella condizione di "ragazzino", leggendo i tuoi articoli, continuo a domandarmi come fai a "fidarti" tanto della tua conoscenza!?!? Io continuo a vedere nella pesca un imponderabile "fattore caso", così preponderante che a volte non vale neanche la pena farsi domande ma continuare solo a lanciare e recuperare.
RispondiEliminaCiao Domenico,
RispondiEliminapersonalmente non credo al "fattore caso" se non nell'uno per cento della casistica. Certo che il "rastrellare" un'area di mare con continui lanci e recuperi aumenta questa esigua percentuale, ma, al massimo, la può portare ad un cinque per cento.
In ogni caso resterebbe una cattura avvenuta senza capirne il perchè!
Il "fidarsi" della propria conoscenza (cioè la somma di osservazione, ragionamento e sapere= esperienza & intuizione) ho avuto modo di vederla di persona con alcuni angler!
Pensa di portare un angler in un tuo luogo di pesca; lui lo vede per la prima volta e quindi non può conoscere alcuni tuoi "segreti". Dopo 10 minuti trascorsi ad osservare più che a lanciare, sceglie un artificiale e, dopo soli tre lanci, fa uno strike; poi, candidamente, ti dice: "Avrei giurato che dietro a quel masso c'era una spigola".
Secondo te questo è un "fattore caso"? Io penso proprio di no!
Attenzione, quanto ho riferito non è accaduto una sola volta, ma più volte con alcuni spinner ed alcuni flyfisher!
L'osservazione, però, è basata su un'infinità di aspetti che, non solo comportano la ricerca delle condizioni meteomarine che possono determinare la presenza o meno di predatori, ma anche la scelta del tipo di artificiale intesa come tipo di nuoto, dimensione e colore (fattore contrasto) ed il tipo di recupero.
Ribadisco, però, il concetto che solo conoscenza e osservazione ti portano a questo.
Ale
P.S.: " Di certo continuo a credere che il mare ti racconta tutto o quasi, basta saperlo leggere. La corrente ti indica come si posiziona un predatore, la schiuma ti lascia capire dove potrebbe stazionare, lo spazio tra un’onda e l’altra ti dice dove sono gli ostacoli sommersi, un breve bagliore attraverso l’acqua ti fa intravedere la dimensione ed il colore dell’artificiale che devi usare.
E’ tutto lì, scritto su quella superficie che si estende tra te e l’infinito. " - Alle origini del "male"!.
Capisco... Vediamo se il tempo mi porterà dalla tua parte!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina