sabato 8 settembre 2012

Lo spinning in mare - parte nona



TECNICHE DI PESCA CON GLI ARTIFICIALI
NEL MEDITERRANEO

LO SPINNING IN MARE
Parte nona



Catch & Release. Credo di essere stato uno dei primi, in Italia, a scrivere articoli sul Catch & Release, pubblicati ormai da oltre dieci anni e, onestamente, ero convinto che almeno le “basi culturali” della ricerca scientifica anglosassone fosse stata metabolizzata dagli angler nostrani! Si dice che i luoghi comuni siano i più difficili a morire e niente è più vero di questa affermazione: il bestiario sul C&R, oggi come allora, fomenta ed eccita il sottoproletariato culturale dello spinning! Mi consola, però, vedere che nelle nuove generazioni di spinner questa sensibilità si diffonde e quanto segue è fondamentalmente dedicato a loro.

Partiamo da alcuni presupposti essenziali:
- La pesca con gli artificiali non è un divertimento per il pesce che rilasciamo, ma uno stress! Se questo ci commuove o ci fa soffrire, cambiamo passione oppure non andiamo a pescare!
- Il C&R, quando applicato correttamente, garantisce un risultato scientificamente e statisticamente dimostrato, con una percentuale di successo superiore al 90%!
- Il C&R non serve a "lavarsi la coscienza sporca". Nel tempo migliora la qualità stessa della pesca. Evitare di prelevare in eccesso, dare agli esemplari giovanili la possibilità di riprodursi, evitare di trattenere femmine ovate consente, nell’arco di un quinquennio, di migliorare la qualità e la quantità della pesca di un singolo spot!



Ora possiamo solo affermare che sul C&R si può essere d’accordo o non esserlo per niente, ma è da asini mettere in dubbio la sua efficacia, se si applica nel modo corretto. Se non si è d’accordo sul C&R, andate al bar a prendervi un caffè, fatevi una bella chiacchierata di calcio, magari qualche battuta sul bunga-bunga e poi ripresentatevi a discussione finita. Il rispetto per l’opinione altrui è conditio sine qua non di un pensiero evoluto ed il rispetto del vostro punto di vista contro il C&R è assoluto, ma almeno, non partecipando ad alcuna discussione, eviterete di diventare gli scemi del villaggio globale!

Evito di considerare il bestiario di luoghi comuni che si legge nei forum, ma vorrei citare solo due piccoli esempi di “scarsa comprensione” che, talvolta, coinvolge anche gli angler più intelligenti:

Prelevo solo qualche preda per il gusto di mangiare sano

Il principio sarebbe molto corretto, ma ci si dimentica un piccolo aspetto: il mar mediterraneo è solo una grande pozza e il ricambio completo delle acque avviene in circa 90 anni! Un terzo di tutta la navigazione mondiale lo attraversa! Nel bacino del mediterraneo sboccano 69 fiumi che portano ogni anno 283 chilometri cubi d’acqua con ogni sorta di reflui provenienti dalle zone urbane e industriali dell'interno! Sulle coste mediterranee vivono circa 150 milioni di persone a cui si aggiungono circa 200 milioni di visitatori annuali!
Inoltre, tenete presente che il 20% delle tartarughe marine nel mediterraneo centrale, una specie molto studiata, mostra contaminazione da idrocarburi, mentre molte delle specie commestibili più comuni hanno contaminazione da mercurio!
Siete ancora così sicuri che questa sia la via del mangiar sano? Beh, quando diventerete fosforescenti pescando la notte ne riparleremo!

Il mio prelievo non incide sull’ecosistema; la pesca professionale fa i veri danni”.

A questo proposito vorrei citarvi un aneddoto. Diversi anni or sono mi occupavo anche della gestione di un residence turistico dove, in bassa stagione, ospitavo angler e facevo un servizio di “fishing guide” in mare. Al secondo anno di attività mi capita un personaggio, relativamente famoso in ambito teatrale, che mi chiede se poteva diventare mio “allievo”. Li per li anche la sola idea di considerare qualcuno “allievo” mi fece venire i brividi. Chi mi conosce sa perfettamente che non ho mai lesinato consigli e “segreti” e che l’unica cosa che pretendo in cambio è il rispetto del luogo di pesca. Morale della favola, mi ritrovo questo signore come ospite del residence da giugno a settembre. Ai tempi frequentavo uno spot di pesca favoloso, che, con le condizioni meteo-marine giuste, poteva regalare anche 10 spigole di taglia in poche ore. Ero uno dei miei spot preferiti da oltre 15 anni e credo di averci portato tutti i colleghi che scrivevano sulle testate quando mi facevano visita. Nel frattempo questo signore, nell’arco di una sola estate, si era evoluto da “umile allievo” a “campione mondiale di spinning in mare” (si, purtroppo, si era vantato con questo appellativo con altri spinner, ospiti del residence), ma il peggio lo dovevo ancora scoprire: andava a pescare quasi ogni notte e, all’alba, faceva colazione in un bar di un centro turistico rinomato della zona, per vantarsi delle sue catture mostrando quante spigole aveva catturato!
Risultato finale: quello spot nell’arco dei 6/7 mesi successivi è stato letteralmente svuotato! In quel periodo non solo vidi “barbari della pesca” posizionare reti a 50 metri dalla riva, ma in un giorno infrasettimanale di ottobre contai la presenza di ben 14 angler di tutte le parti d’Italia e oltre 70 pesci serra morenti, gettati qua e là sulla sabbia!
In buona sostanza uno spot, produttivo per oltre 15 anni, era stato distrutto dalla boria di un pallone gonfiato che aveva attirato orde di fameliche di angler ….. meno male che i danni all’ecosistema provengono solo dalla pesca professionale! Per oltre cinque anni da quella distruzione “amatoriale”, nelle rare volte che mi sono recato sul posto, ho visto il deserto più totale!



LE 7 REGOLE FONDAMENTALI DEL C&R

1) USATE AMI SINGOLI e, possibilmente, privi di ardiglione, meglio se semi circle o circle hook. Potrete liberare più facilmente il pesce, evitandogli inutili lacerazioni della bocca.  L’assenza dell’ardiglione protegge anche voi da eventuali allamature accidentali e non aumenta le possibilità di slamatura. Questo argomento lo affronteremo più a fondo in un prossimo articolo su amo singolo Vs ancoretta.
2) IL TEMPO È FONDAMENTALE. Recuperate e liberate il pesce il più velocemente possibile. Un pesce fuori dall’acqua non può sopravvivere per più di tre o quattro minuti in quanto la mancanza di ossigeno provocherebbe danni cerebrali irreversibili. Un pesce portato a riva delicatamente, ma in un tempo troppo lungo, sarà esausto e stressato. Ricordatevi anche di non usare carichi di rottura troppo bassi, sia della lenza madre che del terminale: le regole dell’IGFA sono solo uno stupido anacronismo dell’homo erectus, ma ritorneremo anche su questo argomento
3) TENETE IL PESCE IN ACQUA per quanto più possibile; fuori si sentirebbe soffocare e ricordate che è un animale impaurito e sotto stress. Possibilmente slamatelo direttamente in acqua, ma se lo dovete fare sulla sabbia evitate che possa dibattersi, tenendolo sempre fermo per il labbro inferiore durante e dopo la slamatura. Evitate, in modo particolare, che gli occhi possano strusciare sulla sabbia.
4) LA DELICATEZZA è fondamentale. Per trattenere un pesce non mettetegli le dita nelle branchie e non stringetelo: in acqua potrete facilmente bloccarlo per il labbro inferiore. Nel prelevarlo per una foto abbiate cura di reggerlo per la coda e sotto il muso; evitate, quando è possibile, di posizionare una mano sotto lo stomaco. Per alcuni predatori come barracuda e pesci serra il bogagrip è essenziale; dopo averlo “bogato” non piegate il bogagrip, ma tenetelo in posizione verticale, se volete estrarlo dall’acqua per una foto.
6) LA SLAMATURA. Rimuovete l'amo il più rapidamente possibile utilizzando delle pinze. Se state usando dei semi-circle o dei circle hook non esiste la possibilità di averlo allamato profondamente. Nell’estrarre l’amo cercate di farlo rapidamente, con un movimento deciso ma sempre con delicatezza.
7) RIANIMAZIONE. Qualche pesce, specialmente dopo una combattimento prolungato, può perdere conoscenza: lo vedrete galleggiare a pancia in su! Mantenetelo in acqua tenendolo nella corretta posizione di nuoto, muovetelo un po' in avanti ed indietro per riossigenarlo, facendo fluire acqua nelle branchie. Dopo qualche decina di secondi, un suo colpo di coda vi avvertirà che è pronto ad andarsene e, probabilmente, a ritornare e prendersela con il vostro artificiale.



…………… sul C&R non finisce qui, continua  :-) 






2 commenti:

  1. Ho rilasciato pesci di ogni genere e taglia, accollandomi le critiche più svariate (e, a quanto pare, anche qualche rischio per l'incolumità... chissà perché, poi...) ma non conoscevo tutti i giusti accorgimenti che elenchi in questo articolo.
    Temo però (e questa è un'argomentazione che non hai citato!) che anche il C&R ci porti nell'occhio del ciclone, più e peggio dei cacciatori :(
    "Che senso ha torturare delle povere bestie solo per divertimento? Siete dei sadici! Almeno mangiateli!"

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  2. Ciao Domenico, la frase che citi fa' parte del bestiario sul C&R da più di 10 anni e, tristemente, veniva usata (probabilmente ancora oggi) anche dagli animalisti! Paradossalmente per gli animalisti era più logico uccidere un pesce per mangiarselo che non rimetterlo in libertà: il C&R era l'equivalente di "una tortura". In quegli stessi anni (2001-2002) erano capaci di commuoversi di fronte alla morte di un delfino e, contemporaneamente, mangiare tonno rosso, totalmente inconsapevoli delle stragi perpretate contro i tunnidi, nascoste dai delinquenti dell'ICCAT e denunciate da biologi-angler come Carl Safina.
    Per effettuare un corretto C&R ci sono comunque ulteriori accorgimenti, ma questo sarà l'argomento del prossimo post.
    Per ora, l'aspetto più importante e' avere la corretta informazione .... poi sarà la responsabilita' soggettiva di ognuno di noi a prendere le debite decisioni sul C&R!

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